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L’IPERREALISMO e il mio punto di vista

In questi ultimi anni ho cercato sempre più di avvicinarmi all’iperrealismo. Un campo terribilmente difficile e complesso ma che mi sta perfezionando nella tecnica ma soprattutto nel punto di osservazione cercando di rappresentare, quasi in maniera maniacale, quei dettagli e colori in modo che il risultato sia il più reale possibile. Le più belle critiche che ho ricevuto sono che i miei lavori non solo rappresentano la realtà ma hanno un’anima che riscalda la mente di chi osserva.

Ecco che, per me, ogni lavoro è una sfida nuova. Sperimentare, provare nuovi colori, nuovi approcci per cercare di andare sempre un po’ oltre al proprio limite ma tentando di non perdere mai quella sensazione di “anima” che riesco a creare.

Dicono della mia arte


“… Borello utilizza due metriche, due principi fondamentali che contraddistinguono la sua arte. Si potrebbero riassumere in due parole: fedeltà e cuore. …”

– Asti Art Gallery – Asti


“Nel destino di Bruno Borello, vivace autore autodidatta, estremamente versatile, capace di padroneggiare più tecniche e stili, grande amante del sapere e della cultura, mosso da una sana curiositas c’è (c’è stata e ci sarà) l’arte che culmina in un perfetto iperrealismo. …”

— Galleria Dantebus – Roma


“Una perizia di tratto e rara preziosità.
Bruno Borello riversa nelle immagini emozioni e sensazioni vibranti, germinate grazie all’osservazione di ambienti affascinanti e lussuriosi di vegetazione, cogliendone non solo i motivi prettamente figurali ma anche i valori spirituali. La limpidezza, unitamente alla capacità trasfigurante del suo stile, rivela una conoscenza figurativa che va ben oltre il semplice effetto descrittivo, considerando le immagini come simboliche essenze di valori spirituali, spesso dedicato dell’osservazione lenta e misurata di semplici scorci o personaggi lontani dalla nostra esperienza quotidiana.”

Il pensiero di Katia Catalano


“Quando si pubblica un’opera (in rete, in gallerie, in esposizioni) avviene anche un passaggio di proprietà. L’opera non è più di chi l’ha eseguita ma diventa proprietà del mondo e ognuno la interpreta in base alle emozioni ricevute”

— Anonimo visitatore durante una mostra


“Un attimo di silenzio: è fotografia o disegno? Spesso osservare d’arte è come danzare al buio con gli occhi chiusi: liberatorio si, ma anche straordinariamente fantastico”

— Anna Soricaro, Critico d’arte. Brera – Milano